04/11/2019 - Nuovo algoritmo Google - gli ultimissimi aggiornamenti
Nel corso degli anni Google ha più volte modificato il suo algoritmo per adattarsi al crescente numero di contenuti e di ricerche che richiedono precisione e sicurezza nei risultati. Questo è un argomento molto interessante soprattutto per chi porta avanti un progetto editoriale, chi decide di lanciare online un e-Commerce, chi si occupa di SEO (Search Engine Optimization) e SEM (Search Engine Marketing). Ovvero tutti coloro che lavorano per migliorare il posizionamento di un sito nella SERP (Search Engine Result Page, cioè la pagina dei risultati) e per promuovere la visibilità del sito stesso all'interno del motore di ricerca.
Cos'è l'algoritmo di Google
L'algoritmo di Google è l'insieme dei processi informatici che riescono a scremare i risultati di una ricerca, visualizzando solo quelli che realmente hanno importanza per l'utente e ordinandoli nel modo corretto, secondo una corrispondenza decrescente.
Per ogni elemento che cerchiamo, infatti, ci possono essere milioni di riscontri, di cui ovviamente solo una parte sono quelli che realmente si accordano con il nostro interesse. L'intento di Google è proprio riuscire a migliorare sempre di più la conformità delle risposte fornite: è un servizio in continua evoluzione, dove migliaia di tecnici in tutto il mondo lavorano allo sviluppo di nuovi parametri sempre più precisi.
È di pochi giorni fa, ad esempio, la notizia del prossimo lancio di un nuovo algoritmo capace di valutare le foto e scegliere quelle più belle artisticamente. Sarà in grado, così, di suggerire modifiche intelligenti e selezionare solo le immagini migliori.
Come funziona l'algoritmo di Google
Se noi leggiamo un testo è facile dare un'interpretazione, cioè capire subito se si intende parlare, ad esempio, di una macchina intesa come automobile, o di un macchinario industriale. Ovviamente questo non è così semplice per un computer, che può contare solo su calcoli matematici. Ed ecco appunto a cosa serve l'algoritmo.
L'algoritmo di Google analizza le parole chiave che immettiamo nella toolbar di ricerca attraverso centinaia di elementi diversi, che consentono al sistema di capire quello che stiamo cercando con precisione. I criteri che vengono analizzati riguardano ad esempio l'area geografica, l'intervallo temporale più idoneo, la precisione dei termini, con eventuali suggerimenti su errori grammaticali, etc. Questa tecnica si fonda sul Machine Learning, basato sull'intelligenza artificiale. Ovvero la capacità di un computer di imparare da sé stesso, aumentando le proprie conoscenze e traendo conclusioni come conseguenza di informazioni già apprese.
Algoritmo Google: ultimi aggiornamenti
Gli aggiornamenti dell’algoritmo di Google: la timeline
Nel corso degli anni Google ha più volte modificato il suo algoritmo, lanciando periodici aggiornamenti. Queste innovazioni sono necessarie sia per migliorare il servizio offerto agli utilizzatori, sia per scongiurare eventuali manomissioni che potrebbero modificare i posizionamenti delle pagine.
È del 2000, a dicembre, il lancio della Toolbar di Google, dopo soli due anni dalla nascita di quella che oggi è la piattaforma più utilizzata al mondo.
La toolbar permetteva di effettuare ricerche senza tornare ogni volta sulla home page del sito.
Utilizzava il sistema Page Rank, un innovativo algoritmo che consentiva di catalogare i siti in base alla loro popolarità, attraverso un complesso sistema di analisi che attribuiva un punteggio per la rilevanza che il sito rivestiva in rete, correlata ai termini di ricerca immensi. Ancora oggi il Page Rank è una delle componenti più importanti dell'algoritmo di Google.
Di tutti gli aggiornamenti, che possono essere più di cinquecento ogni anno, solo alcuni vengono annunciati e resi ufficiali da Google. Vediamo i più importanti:
- 2003: il primo aggiornamento è Boston, con cui Google cerca di creare un sistema programmato, che però si rivela insufficiente. Escono in quell'anno molti update: i più importanti, denominati Cassandra e Florida, lanciano la novità di poter individuare ed escludere i siti contenenti link nascosti ed elementi spam, aumentando notevolmente la sicurezza.
- 2005: viene introdotta la ricerca personalizzata, con la quale il motore di ricerca tiene traccia delle precedenti indagini per offrire risultati personalizzati.
- 2007: la SERP cambia volto, introducendo la ricerca per notizie, immagini e video.
- 2008: arriva Suggest, che suggerisce le parole chiave durante la digitazione.
- 2010: alla fine dell'anno esce Social Signal, che aumenta l'importanza degli allora emergenti social network nel dare popolarità ad una pagina.
- 2011: con Panda sono penalizzati i siti privi di contenuti, che cercano solo di scalare le posizioni con l'utilizzo di numerose parole chiave.
- 2013: viene lanciato Hummingbird, che riesce ad interpretare le richieste dell'utente analizzando i sinonimi delle keywords.
- 2014: è il turno di Google Pigeon, che indicizza i risultati in base alla località da cui digita l'utente.
- 2015: si ha l'ottimizzazione per i dispositivi mobili grazie a Google Mobile Update.
Gli aggiornamenti del 2017
Con gli aggiornamenti del 2017 e il lancio di Fred, Google ha espresso la volontà di combattere aspramente fake news e risultati indesiderati, che spesso risultano addirittura violenti o offensivi. Per fake news si intendono notizie false che circolano in rete, costruite a regola d'arte tanto da poter facilmente trarre in inganno i lettori che, ritenendole vere, le condividono e le fanno circolare. Ecco i siti web che rischiano la penalizzazione:
Pagine/siti con eccessiva pubblicità e che limitano la fruizione del contenuto
Contenuti di bassa qualità, scarni e/o duplicati
Contenuti che non soddisfano l’utente e lo spingono all’abbandono del sito in tempi rapidi (tempo di permanenza medio molto basso e frequenza di rimbalzo elevatissima)
Abuso di affiliazioni, specie per link che non utilizzano il Dofollow
Sovraottimizzazione on-site
Ecco perché l'impegno per proteggere gli utenti dai contenuti indesiderati è così grande, e come possiamo dedurre dai continui progressi compiuti dal colosso californiano, è sempre più difficile raggirare i sistemi di analisi progettati così scrupolosamente.
Gli aggiornamenti di marzo 2018
Google ha confermato che durante il mese di marzo 2018 è stato portato a termine un "ampio aggiornamento dell’algoritmo di base" che ha avuto effetti sui risultati di ricerca e "alcuni siti potrebbero notare una perdita o un guadagno di posizionamento". L’azienda di Mountain View ha poi specificato che "non c’è niente di sbagliato nelle pagine che potrebbero ora funzionare meno bene" e che le "modifiche stanno avvantaggiando pagine che in precedenza erano sotto-premiate".
A chi è stato colpito dal nuovo aggiornamento è consigliato di continuare ad investire nella creazione di contenuti di qualità. Come sappiamo il motore di ricerca è in costante aggiornamento, con modifiche effettuate più volte al giorno. L’ultimo aggiornamento di ampia portata era stato registrato lo scorso mese di dicembre 2017: quello di marzo potrebbe rappresentare una correzione al precedente.
Gli aggiornamenti di agosto 2018
Tramite un tweet datato 1 agosto 2018, Google ha ufficialmente confermato il rilascio di un ampio aggiornamento dell’algoritmo di base. Si tratta dunque di una modifica importante, volta a favorire risultati sempre più pertinenti alle query di ricerca.
Google lo ha chiamato “aggiornamento dell’algoritmo di base”, ma dai professionisti del settore è stato ribattezzato “medic update”, perché pare aver colpito tanti siti a tema medico, che riguardano la salute e il benessere. Ma non solo: trattandosi di un core update, è ragionevole pensare che siano state colpite tutte le SERP di Google.
In questo articolo vi avevamo già segnalato le linee guida redatte da Google e destinate ai quality raters, dove veniva sottolineata a più riprese l’importanza dell’autorevolezza e dell’affidabilità di un sito web. Nello specifico, contenuti legati alla salute dovrebbero essere redatti da autori con competenze specifiche, scritti professionalmente e aggiornati di frequente. Stesso criterio vale per i siti a tema scientifico, legale o rientranti nel concetto di your money your life, ribadito nelle linee guida.
Per quanto riguarda l’autorevolezza, ai raters è richiesto di tenere conto di recensioni, citazioni, articoli, riconoscimenti e altre critiche su un determinato sito. La reputazione di un sito web verrebbe dunque valutata anche in base alle opinioni degli esperti e dei fruitori. Insieme a menzioni o link da Wikipedia, post e articoli, discussioni sul forum e valutazioni generiche.
Importante è poi fornire informazioni su chi gestisce un determinato sito web, fondamentali per siti che muovono denaro. È consigliato dettagliare la pagina “chi siamo” o “contattaci”, con tutte le informazioni relative a una società o a una gestione. Ogni autore, inoltre, dovrebbe essere identificato e avere una sua bio. Più i siti possono avere un impatto economico o sulla salute degli utenti, più devono essere curati da questo punto di vista.
Cosa è cambiato nelle serp? Nelle Top 10 hanno fatto la loro nuova comparsa contenuti di informazione, dove prima era regno incontrastato di e-Commerce. L’impressione è che Google stia tentando di offrire un’offerta variegata all’utente. E che l'aggiornamento sia ancora in divenire.
Gli aggiornamenti di marzo 2019
Il 13 marzo scorso è partito quello che è stato annunciato come uno dei più importanti core update di Google, ribattezzato prima Florida 2.0 e successivamente "March 2019 Core Update": un’azione massiva che sta influenzando le serp e provocando fluttuazioni in tutti i settori.
Secondo quanto riportato da semrush.com:
1. I livelli complessivi di volatilità non sono significativamente più alti rispetto agli aggiornamenti precedenti.
2. I pattern di aggiornamento sono quasi gli stessi su Desktop e Mobile.
3. Tutti i paesi sono interessati, ma la Germania e in particolare la Francia e l'Italia sembrano essere indietro di un giorno.
4. Le categorie più colpite fino ad ora sono auto e veicoli, salute, animali domestici e animali.
Originariamente l’aggiornamento era stato classificato come uno dei più grandi di sempre. Al momento non sembra essere così. Un parere condiviso è che il Core Update di marzo 2019 di Google si stia comportando come un rollback degli aggiornamenti precedenti.
Sempre secondo semrush.com, alcuni siti basati sulla costruzione di link automatizzati hanno perso posizionamenti. In particolare quelli associati ad anchor pesanti. Questa correlazione però non può essere verificata: è più probabile che il problema sia la qualità complessiva dei siti presi in esame.
I core update hanno sempre un forte impatto sulle ricerche, ma al momento non si sa molto sull’aggiornamento e bisognerà pazientare un po’ per eventuali assestamenti. Con ogni probabilità alcune nicchie saranno colpite più di altre, ma chi ha sempre giocato “pulito” e puntato sulla qualità non avrà nulla da temere e tutto da guadagnare.
L'update di Giugno 2019
3-4 Giugno 2019
Lo scorso 2 giugno 2019 Google ha inaspettatamente annunciato un core update, con ogni probabilità legato ai contenuti dei siti web e all’evoluzione dell’intelligenza artificiale. Secondo quanto dichiarato da Gary Illyes, Webmaster Trends Analyst di Google, per registrarne gli effetti "è necessario un periodo di tempo compreso tra un giorno e un paio di settimane, a seconda di fattori come la salute dei data center, la congestione della rete nei vari paesi e la qualità".
Un sito interessato dall’aggiornamento dell'algoritmo di ricerca deve aver subito un cambio nel ranking e una conseguente variazione delle visualizzazioni e del traffico organico. Se non puoi contare su strumenti professionali come SEMrush o SeoZoom, affidati alla Google Search Console. Analizza il rendimento dell’ultimo mese, con focus sui giorni interessati dall’algoritmo, in particolare le metriche quali visualizzazioni, clic, posizione media nei risultati di ricerca. In linea generale, l’aggiornamento dell’algoritmo ha coinvolto diversi siti di notizie, siti a tema salute e quelli di immagini.
19 Giugno 2019
Fluttuazioni sensibili nelle serp che sembrano aver interessato in particolare il traffico da mobile. Nel complesso potrebbe essere inquadrato come un aggiustamento dell'update precedente.
Aggiornamenti di settembre 2019
Il mese di settembre è stato caratterizzato da aggiornamenti dell'algoritmo che hanno avuto decise ripercussioni sulle serp. Il 13 settembre le prime oscillazioni dovute ad una modifica sostanziale: l'obiettivo, secondo quanto dichiarato dal vicepresidente per le news Richard Gingras, è stato valorizzare le storie originali, prodotte da redazioni e giornalisti e che richiedono "molto tempo, impegno e risorse da parte di chi li pubblica". “Il nostro lavoro è setacciare i contenuti e trovare i risultati più utili possibili - ha chiarito Gingras. “In particolare con le notizie puntiamo sempre a mostrare una serie di articoli e fonti diversificati per dare agli utenti più contesto e approfondimento possibili". Per questo queste storie avranno più importanza sia nel motore di ricerca generale che su Google News.
Il 24 settembre è partito il nuovo aggiornamento dell'algoritmo, questa volta preannunciato da Mountain View (come da immagine in alto), in maniera del tutto insolita rispetto al protocollo solitamente adottato. Si è trattato di una valutazione qualitativa dei domini che ha colpito i settori salute e finanza, ma anche nuovi ambiti come articoli per animali e news di viaggi.
Google BERT: l’update più importante degli ultimi anni
“Il più grande passo avanti negli ultimi 5 anni e uno dei più grandi nella storia della Search”. In questi termini il 25 Ottobre 2019 Google ha annunciato l’ultimo aggiornamento dell’algoritmo, ribattezzato come BERT. È l’acronimo di Bidirectional Encoder Representations from Transformers. Si tratta della tecnica di Google basata sulla rete neurale e in sostanza permetterà al motore di ricerca di essere più sensibile alle sfumature del linguaggio, proprie degli esseri umani.
Un esempio del funzionamento di BERT
Questo il primo esempio evidenziato dal team Googe: “2019 brazil traveler to USA need a visa”. In particolare il ruolo della parola “TO” in relazione alle altre parole contenute nella ricerca. Fino a qualche mese fa il motore non avrebbe assegnato la giusta importanza al termine. Oggi invece ne coglie la sfumatura e fornisce risultati ben più rilevanti.
L’evoluzione del Rank Brain
RankBrain, lanciato nel 2015, è stato il primo aggiornamento basato su machine learning. Prende in considerazione sia le query sia il contenuto delle pagine web nell’indice di Google, per comprendere meglio i significati delle parole. BERT aggiunge valore al RankBrain, intervenendo quando una query può essere meglio compresa.
Cosa cambia per la SEO
Il tentativo di manipolare i risultati tramite la forzatura di keywords avrà sempre meno successo. Google è sempre più orientato verso la massima comprensione dei contenuti. Se il motore di ricerca si evolve per comprendere il linguaggio naturale, non resta che offrire all’utente contenuti di valore, unici, utili e autorevoli.
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